Sporcizia nelle strade: stupidità o maleducazione? l’Unità 22 aprile 2012.

mozziconi come arredo urbano

Comportamenti stupidi o maleducazione?

Tramutazione dell’acqua in sangue, Invasione di rane, Invasione di zanzare, Invasione di tafani, Moria del bestiame, Ulcere su animali e umani, Grandine, Invasione di cavallette, Tenebre, Morte dei primogeniti maschi. Questa è la lista biblica delle 10 piaghe d’Egitto, compendio di tutti i peggiori terrori che la nostra specie poteva immaginare o aver vissuto tre o quattromila anni fa. Alcuni sono ancora attuali, altri decisamente improbabili. Colpisce immediatamente la persistenza delle zanzare evidentemente almeno pari agli umani nell’adattabilità evolutiva.

ed ora che fare?

Se dovessi riscrivere la lista oggi, per la nostra civiltà urbana, partirei con le seguenti tre, che sono esistenti e quanto mai reali: Invasione di cicche di sigarette, Invasione di chewing gum masticate, Invasione di deiezioni canine

La differenza fra le antiche piaghe e quelle moderne consiste nella provenienza naturale, o da divinità adirata, delle prime mentre le seconde sono frutto del solo comportamento umano.

Ogni anno nell’ambiente terrestre vengono riversate 4,5 milioni di miliardi di cicche non biodegradabili (se uno ne buttasse una ogni secondo gli ci vorrebbero 143 milioni di anni per farcela). In queste cicche, grazie ai filtri, sono concentrate sostanze radioattive come il polonio210 (colgo l’occasione per rammentare ai fumatori che 20 sigarette al giorno aumentano il rischio di cancro quanto 300 radiografie all’anno, dato che le multinazionali tengono ben nascosto) o tossiche per la fauna come la nicotina. Il 40% in volume dell’inquinamento marino è costituito dall’acetato di cellulosa dei filtri, 12.240 tonnellate l’anno. Prima di gettare negligentemente la cicca in terra, con un gesto molto mutuato dal cinema e che fa sentire così “virili” e decisi, non converrebbe al sapiens riflettere un attimo?

In Italia si consumano ogni anno 23.000 tonnellate di gomma da masticare che hanno una vita biologica di 5 anni, sono circa 800 TIR (una colonna di 24 km) in parte gettate nell’ambiente, molte appiccicate sotto le sedie e le maniglie delle poltrone da giovani e vecchi burloni. In Germania, dove i Comuni provvedono a raschiarle dal lastrico dei marciapiedi, per lo smaltimento vengono spesi circa 900 milioni di euro l’anno, sappiamo tutti per esperienza la lotta per staccarle dalle suole. Impossibile imparare a smaltirle civilmente?

cane civilizzato

Sulle deiezioni canine, che possono trasmettere vermi e malattie infettive, si sono giocate campagne elettorali comunali, esistono regolamenti che ne impongono la raccolta ai proprietari dei cani, ma molto di rado se ne vedono gli effetti e, sempre per cagnetti da compagnia di piccola taglia. Il dilagare dei cani da difesa sta ingigantendo il problema, a Milano stimano 20 tonnellate al giorno, a Bologna dovremmo essere sulle 6 e sono ovunque, marciapiedi e portici compresi. Senza voler giungere ai metodi tedeschi, esame dna obbligatorio per risalire alla fonte, una maggior vigilanza non guasterebbe, basterebbe una campagna di controllo del possesso di guanto, busta e paletta da parte di chi accompagna il cane a passeggiare, 25 euro a passeggiata possono convincere anche i più riottosi, se non ci sono abbastanza vigili perché non attingere al bacino di decine di migliaia di pensionati creando un corpo di vigili ecologici volontari?

segnalazione alla danese

Stupida incoscienza o maleducazione? Fate voi, però cominciamo ad occuparcene.

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Rilancio Economia lettera all’Unita 19 aprile 2012

Una proposta forte

Cara Unità,
sfugge ai più come sia possibile rilanciare l’economia alzando contemporaneamente la pressione fiscale. Oltretutto in un paese come l’Italia dove il fisco colpisce prevalentemente i redditi da lavoro e le pensioni. Mi si dice che occorre puntare sulle esportazioni. Ma se tutti i Paesi del mondo usano la stessa ricetta diventa un Giro dell’Oca! Mi dite quale Paese è disposto ad avere la bilancia dei pagamenti in passivo se proprio non ne può fare a meno per mancanza di materie prime? Senza mercato interno non c’è rilancio possibile. Ad onor di logica dato il nosro sistema fiscale, l’unica possibilità sarebbe quella di applicare una tassa ai patrimoni immobiliari e mobiliari, escluse le azioni, frutto in gran parte di 40 anni di evasioni ed elusionii, quando non di reati, e, col ricavato, alzare la franchigia esentasse ed abbattere le prime due aliquote Irpef. C’è qualcuno dei tanto loquaci dirigenti del nostro partito che abbia il coraggio di fare la proposta? Tanto per vedere come risponderebbe il Governo dei Professori che si era presentato con la triade, “rigore, sviluppo, equità” ma, finora, ha applicato il rigore prevalentemente alle classi medio basse, per lo sviluppo si limita alle promesse, mentre l’equità deve essere rimasta chiusa in qualche cassetto di cui non si trova la chiave.

Paolo Serra — Bologna

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In bici contromano: chi ha detto che è pericoloso? Paolo Serra l’Unità 15 aprile 2012

Controintuizioni: in bici contromano

La realtà, a volte, è contro intuitiva, e questo scombussola il nostro cervello mentre riceve le informazioni dai cinque sensi recettori (c’è chi dice siano di più ma lasciamo perdere  gli esoterismi). Per esempio il  cosiddetto “homo sapiens” (caro Linneo quanta fretta nel regalarci questo aggettivo, non sarebbe stato più adatto “credulus” vista la fortuna che la finzione, nelle sue mille forme, ha nelle nostre società, ben superiore alla sapienza?), il sapiens, dicevamo, ci ha messo decine di migliaia di anni prima di accorgersi che è la Terra che gira attorno al Sole, e non viceversa (e la Chiesa Cattolica addirittura 4 secoli di più) proprio perché alzando la testa credeva di vedere il Sole girargli attorno. Un fenomeno del genere sta sconvolgendo la testa di molti bolognesi all’annuncio che il Ministero dei Trasporti ha reso possibile pedalare in bicicletta contromano  nelle strade a senso unico larghe oltre 4,25 metri delle zone 30, cioè in tutto il Centro Storico (anche se ai 30 in centro ben pochi si adeguano), e l’assessore Colombo, ricevuto l’assist, ha subito affermato la propria adesione, segnando un bel canestro.   Risultato: alti lai da più parti per il supposto pericolo di incidenti, come se oggi girare in bicicletta non fosse pericoloso. Eppure basta riflettere un poco per osservare che, in questo modalità, visto che i ciclisti non hanno né occhi sulla nuca né specchietti retrovisori, le attenzioni messe in campo sono due anziché una, raddoppiando la possibilità di evitare un incidente. D’altronde lo stesso Codice della Strada vigente, per la stessa ragione, impone ai pedoni  stessi la mano sinistra quando percorrono strade senza marciapiedi. Il metodo inoltre è stato abbondantemente sperimentato in tante città, europee ed italiane, grandi e piccole, come Parigi e Reggio Emilia, da essere ormai al di sopra di ogni sospetto. Certo questa indicazione costringerà tutti, autisti, ciclisti ed anche i pedoni, ad una maggior attenzione nel circolare, con le mani sui rispettivi volanti e manubrii, e non attaccati ai cellulari o alle sigarette, e con gli occhi sulla strada e non rivolti verso il cielo per cercare concentrazione per rispondere a tono agli interlocutori. Nient’altro che una piccola benefica evoluzione verso la consapevolezza che una massa in movimento tende a mantenerlo e, perciò, va tenuta il più possibile sotto autocontrollo.

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“People mover, risorse dalla tassa di soggiorno” Carlo Santacroce l’Unità 25 marzo 2012 e “Se il people mover si mangia la ferrovia” Paolo Serra 10 aprile

Progetto stazione Aeroporto - Prospettiva

I

People Mover, risorse dalla tassa di soggiorno

Carlo Santacroce  urbanista   l’Unità  25 marzo 2012

 Dalla Val di Susa a Bologna, passando per Vicenza, il movimento dei “NO-qualcosa”  sta investendo l’Italia. Dietro un unico brand si sono unificate battaglie profondamente differenti nella sostanza e nelle ragioni che le sostengono. E’ vero che “fare rete” può apparire spesso utile per rendere più efficaci rivendicazioni differenti, ma credo che, in questo caso, tale strategia risulti perfino dannosa alle cause stesse: il rischio é quello di perdere di vista la sostanza (molto diversa) delle battaglie e dividersi a priori tra favorevoli e contrari a quel tipo di campagna. E’ un gioco che serve solo a quella minoranza che vede in tutto ciò o un‘opposizione al “Sistema”, e non al resto degli italiani che vorrebbero capire le ragioni specifiche delle singole rivendicazioni.

Entrando nello specifico, la campagna “No-Tav” é caratterizzata da una enorme complessità, dietro cui si condensano delicati temi ambientali e controversi aspetti economici e sociali. Il People Mover e invece un tema estremamente semplice. Non vi sono in discussioni particolari sensibilità ambientali e nemmeno si può discutere di come questo inciderà  sul sistema di trasporti bolognese (l’effetto sarà semplicemente nullo): il People Mover non é altro che una propaggine dell’aeroporto, progettata per rendere più concorrenziale lo scalo di Bologna. La discussione in sintesi si concentra su un solo quesito: é giusto o meno investire finanziamenti pubblici per rendere più attraente uno scalo aeroportuale? Non a caso su questo si concentrano anche le critiche, che si dividono tra chi sostiene che il mezzo non avrà sufficiente domanda (e che richiederà risorse pubbliche costanti per essere mantenuto) e chi dice che invece risulterà insufliciente (e che si dovrà intervenire per potenziarlo).

Da urbanista mi é chiaro che un’analisi trasportistica genererebbe certamente forti dubbi e richiederebbe di valutare soluzioni alternative (ma ricordo che non si tratta,

appunto, di un sistema di trasporto). Da cittadino la mia principale preoccupazione e semplicemente che i costi di quel mezzo non vadano a incidere sul delicato (e disastrato) sistema di trasporti bolognese, ossia che il funzionamento di quel bel “gioco” non venga pagato dai pendolari. In fondo basterebbe che il Comune si impegnasse a coprire tutti i futuri costi per la gestione o l’eventua1e potenziamento del sistema solo con le entrate della nuova tassa di soggiorno (o con entrate simili legate al turismo o alla Fiera): si spazzerebbe cosi via di colpo il 90% delle critiche e si porrebbe il People Mover nell’alveo naturale (quello del sistema economico e produttivo) che lo dovrebbe caratterizzare.

 Se il people mover si mangia la ferrovia

 Paolo Serra   l’unità    10 aprile 2012

 

Progetto stazione Aeroporto - veduta prospettica

Bentornato a Carlo Santacroce nel dibattito sulle progettazioni infrastrutturali bolognesi (domenica 25 marzo su questa stessa testata). Una voce in più,  non condizionata da altro che dal proprio pensiero, non può che contribuire a farlo tornare da quello degli apriorismi contrapposti sul piano della ragionevolezza. Inutile dire che Santacroce sfonda una porta aperta quando chiama, finalmente, il people mover fra la Stazione ed il Marconi una “propaggine dell’aeroporto” e per questo negandone  la “dignità” di far parte del sistema di trasporti pubblici locali. E’ proprio la base sulla quale è partita la contestazione dei vari tecnici e politici bolognesi che hanno additato nei 27 milioni pubblici a fondo perduto e nel  passaggio ad Atc (ora Tper) della Marconi Express quali  contraddizioni insanabili di un progetto che avrebbe dovuto interessare solo investitori privati. Ed il fatto che in quasi 4 anni non ne siano stati trovati non depone, certo, a favore della sua bontà. A questa contestazione si affiancò il timore che il people mover cannibalizzasse in parte le risorse necessarie per la definitiva implementazione del SFM, mitica trave portante strategica della mobilità metropolitana sempre declamata e mai attuata con decisione. Purtroppo i timori si sono trasformati in realtà se dopo l’abbandono della stazione “Aeroporto” a cavallo della Bo-Mi e della Bo-Vr, registriamo la progettazione dell’interramento ad un solo binario del tratto urbano est della Vignola-Bologna-Portomaggiore (per risparmiare 8 milioni si vanifica ogni possibilità di sviluppo futuro),  e le difficoltà “culturali” di assegnare ruoli importanti alle fermate urbane di sostegno alla Centrale. Voci di corridoio, vociacce speriamo infondate, annunciano scarso entusiasmo di Fer sul tema della trasformazione delle linee attestate sui piazzali Est ed Ovest in passanti, ed anche il rischio di 15 minuti di fermata obbligatoria in Centrale. Le linee passanti sono assolutamente necessarie per trasformare il servizio da radiocentrico, concentrato in Centrale, a grigliato con maglie sussidiarie importantissime a Prati di Caprara e San Vitale-Rimesse, garanzia di un numero quasi infinito di possibilità di collegamenti fra ogni punto del bacino. Ottima l’idea di far pagare il people mover da chi ne riceverebbe i supposti benefici, Sab, Fiera, operatori turistici… Contemporaneamente, però, completiamo le stazioni SFM mancanti, compresa la “Aeroporto”, manteniamo la possibilità di raddoppio dalla “ Zanolini” alla “Santa Rita”, ed imponiamo a Fer la trasformazione dei passaggi in Centrale. Chissà che un giorno non ci sembri di essere diventati un paese europeo (almeno per quanto riguarda le ferrovie locali…).

 

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