Ma il monologo resta una macchia l’Unità 12 settembre 2012 paolo serra

Il giglio di Francia sulla spalla della perfida Milady

Renzi e il popolo PD

Come molti filosofi nel corso dei secoli avevano intuito, pare ormai anche fisiologicamente dimostrato che il cervello della specie Sapiens/Credulus funzioni per concetti, in parte innati, in parte acquisiti, che vengono continuamente paragonati con la realtà che giunge attraverso i terminali chiamati sensi. Ogni oggetto, persona, sentimento passa, dapprima ed inconsciamente, nel circuito primario, che decide, con una scarica ormonale istantanea, la qualità di base da assegnargli:  odioso, antipatico, irrilevante, simpatico o, addirittura, empatico, e quindi lo incasella nella categoria appropriata. Passato il primo vaglio, decisivo, la diagnosi arriva alla  corteccia cerebrale, sede del pensiero conscio, dove gli esaminati vengono riclassificati a seconda della quantità di ormoni che hanno stimolato e di ulteriori stimoli di tipo culturale. Si può scalare, avanti o indietro, nella qualità assegnata, ma non si può riuscire a farla cambiare. Quanti romanzi sono stati scritti, quante memorie sono state narrate, quante vite sono state condizionate da questo meccanismo! Ovviamente anche il popolo dei militanti del PD detiene nei propri neuroni il concetto del leader politico perfetto, concetto che la realtà dei candidati non riuscirà mai ad eguagliare ma cui deve necessariamente tendere, se vuole avere successo. Mi pare di capire, dalle reazioni all’ora di comizio di Renzi alla Festa dell’Unità di Bologna, che il candidato alle primarie rientri principalmente nelle due prime categorie, odioso e antipatico ed abbia qualche fan nelle ultime due, simpatico ed empatico. Se è così credo che la strategia di evitare la forma intervista per usare quella dell’one man show potrà, certo, galvanizzare i seguaci, ma gli sta stampando sulla spalla un  marchio di infamia, come il giglio di Francia su quella della perfida Milady…

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2 pensieri su “Ma il monologo resta una macchia l’Unità 12 settembre 2012 paolo serra

    • Come sedicente esponente del nuovo avrebbe dovuto iniziare “rottamando” questa pratica anziché adattarvisi. Dichiarandosi cattolico non dovrebbe sapere di cosa sono asfaltate le vie dell’inferno?

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