People mover. E se da cosa cattiva nascesse cosa buona? paolo serra l’Unità del 18 maggio 2008

La navetta proposta da Sab nel 2000


In tutta franchezza le ragioni per le quali gli imprenditori bolognesi (privati e coop) hanno rifiutato di partecipare al parziale project financing del People Mover del Comune di Bologna (dalla Stazione Centrale all’Aeroporto) paiono incostintenti.

La navetta sopraelevata, che nel tratto del superamento della Tangenziale e del Reno si trasforma in un emozionante ottovolante, fu inizialmente pensata come splendido dessert col quale concludere il lauto pranzo delle infrastrutture di trasporto bolognesi, essendo il primo ed il secondo piatto costituiti dal Passante Nord e dalla Metro-tramvia (per la Giunta), dal Servizio Ferroviario Metropolitano e da una rete di Tram su ferro in superficie (per me e per i tecnici del Laboratorio Bologna Pulita). Chi legge queste note che da anni l’Unità mi pubblica ricorda la fin troppo facile ironia che a nutrirsi di soli dessert si corre il rischio di ritrovarsi affamati molto in fretta, ora non c’è neppure quello e la fame è inesausta.

Il People Mover inizialmente doveva essere un dono dell’imprenditoria alla città senza oneri per gli Enti Locali, poi 30 dei 90 milioni di euro del costo sono finanziati dalla Regione a fondo perduto ed altri 30 dal Comune (un milione l’anno per trenta anni sotto forma di assicurazione sui mancati incassi da gestione). A carico dell’imprenditorialità restava un solo terzo dell’opera, se mai ci fosse stato uno squilibrio nel bando non era certo a carico del rischio d’impresa. L’immortale senatore Andreotti deve molta della sua imperitura fama ad un famoso motto: “A pensar male si fa peccato ma ci si prende”, un mio amico malizioso mi ha sussurrato nell’orecchio sinistro che, forse, la ragione del rigetto imprenditoriale si trova in qualche punto del Piano Strutturale Comunale (o, peggio, nel suo impianto generale). Data la passione inestinguibile dei nostri imprenditori per il Risiko fondiario ed immobiliare, vuoi vedere che ha ragione lui?

Ma voglio lasciar perdere polemiche e malizie per esprimere un augurio: “Chissà che da cosa cattiva non possa nascere cosa buona?, non potrebbe essere questa l’occasione per riesaminare le progettazioni infrastrutturali sotto la lente della ragionevolezza?”

Per non essere tacciato di ideologismi precostituiti propongo due indicatori obiettivi per valutare le proposte: il rapporto economico costi/benefici e la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera.

L’ipotesi della giunta prevede la Metro-tramvia fra la Fiera e Borgo Panigale, il People Mover fra la Stazione e l’ Aeroporto, il Civis fra San Lazzaro e la Stazione.

L’ipotesi del Laboratorio prevede il Servizio Ferroviario Metropolitano, con ripristino della stazione Aeroporto dimezzata sull’altare del People Mover ed utilizzo della ferrovia di cintura per la Fiera,  il Tram su rotaia sulla famosa T rovesciata, Corticella, Borgo Panigale, San Lazzaro, un collegamento diretto del Marconi con quattro linee del SFM e SFR, ed i Civis abbandonato o dirottato su una radiale adatta alla sua capacità che è quella di un filobus.

Se non ci fidiamo delle capacità analitiche domestiche, ma a Bologna non mancano, facciamo esaminare le due ipotesi da un Istituzione scientifica internazionale al di sopra di ogni sospetto (ce ne sono fin che se ne vuole). Non è un modo serio per ritornare ad assumere decisioni supportate solo dalle ragioni dell’interesse generale e non da quelle degli schieramenti e degli interessi particolari?

Paolo Serra     mad9921@iperbole.bologna.it

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2 pensieri su “People mover. E se da cosa cattiva nascesse cosa buona? paolo serra l’Unità del 18 maggio 2008

  1. E’ completamente allucinante che una cosa del genere si possa proporre come progetto. Questo, purtroppo dimostra ancora una volta, che abbiamo delle persone incompetenti e incapaci “negli uffici che decidono”.
    Non in grado di valorizzare ancora maggiormente il territorio. Sposare i progetti in sintonia con il territorio.
    Ma sono finiti le persone che amano il bello ??????????

    • Non sono finite, lo prova l’esistenza di questo sito stesso, ma conducono una vita grama…siamo sempre più nella civiltà dello spettacolo dove i mezzi di informazione si sono trasformati in mezzi di deformazione, o enfatizzazione, o spettacolarizzazione…

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