Nel 2011 più donne nelle istituzioni

Mi chiamo TIZIANA GENTILI, sono nata e vivo a Bologna da 53 anni. Sono laureata in Scienze Politiche con Master in  Programmazione, Gestione e Valutazione dei Servizi Sanitari. Sono  sposata con Paolo Serra ed ho un figlio, Dario, studente universitario. Sono CANDIDATA al CONSIGLIO COMUNALE di Bologna, alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, nella lista del PARTITO DEMOCRATICO.

Negli anni 80 fui una giovane Coordinatrice della Commissione Cultura dell’allora esistente Quartiere Lame, poi, con un “percorso di cura” simile a quello di molte altre donne, durante gli anni dell’infanzia di mio figlio e della non autosufficienza degli anziani della famiglia, ho abbandonato l’attività istituzionale, mantenendo però la militanza all’interno del partito. Con una grande voglia di reagire al deplorevole stato in cui versa il nostro Paese, nel 2009  sono stata eletta nel Consiglio del Quartiere Navile coordinandone la Commissione Bilancio e mettendo a frutto le mie esperienze professionali all’Ausl di Bologna, nella cui amministrazione  lavoro dal 1977.  Nel 2010 sono stata tra le promotrici della Conferenza della Donne del PD Navile e credo che una maggior presenza di figure femminili nelle istituzioni sia una strada obbligata non solo per aumentarne i tassi di rappresentatività e democraticità ma anche per offrire ai cittadini garanzie ulteriori di eticità e trasparenza.

Mi propongo, quindi, se eletta, di porre tutte le mie energie ed esperienze per contribuire ad aprire il Bilancio del Comune e le sue procedure amministrative alla massima comprensibilità da parte dei cittadini sulla scia delle esperienze già iniziate con i Bilanci di Genere, Sociale ed  Ambientale che, da mere rendicontazioni contabili, dovrebbero divenire strumento di autocontrollo e programmazione della “macchina comunale” e di dialogo con la città. Città troppo spesso, e spesso malamente, informata solo da organi di stampa e da televisioni non certo disinteressati. L’obiettivo finale è quello di giungere a semplici e chiare procedure di “Bilancio partecipato” alla stregua di esempi e sperimentazioni da tempo esistenti in vari paesi ed in alcune altre città emiliane, anche utilizzando le risorse che il web ci mette a disposizione. La vicinanza dei cittadini al Comune ed alle complesse problematiche del finanziamento della spesa divengono ancor più importanti nella prospettiva della trasformazione della Provincia in Area Metropolitana e dei Comuni in Municipalità, traguardo non più dilazionabile al fine di poter affrontare con strumenti dalle dimensioni e caratteristiche adeguate alla complessità dei bisogni e delle richieste dei cittadini.    ./.

Per questo il 15 e 16 maggio mi sento di chiedere a tutti gli elettori di Bologna di scrivere “TIZIANA GENTILI” sulla scheda azzurra.

 

Ma Bologna ha anche bisogni “di cura”, è una città troppo rumorosa, assediata dai gas di scarico e dalle polveri di un numero eccessivo di automezzi e dalle caratteristiche urbanistiche (portici) e geografiche (posta in un area a scarsa ventilazione) che richiedono attenzioni speciali. Bologna è ancora dotata di un sistema di raccolta rifiuti che non ne consentono il riciclo od il recupero che in minima parte. Prodotti a grave rischio ambientale, come quello dei lubrificanti e degli oli di cottura usati non sono adeguatamente regolamentati e vengono troppo spesso abbandonati nell’ambiente. La conversione energetica nel centro storico è praticamente bloccata. L’aeroporto Marconi, molto vicino alla città, rappresenta una risorsa ma sta tornando a diventare un problema ambientale per almeno un terzo dei bolognesi. Il pendolarismo di quasi 140.000 persone al giorno e la presenza di molte decine di migliaia di cosiddetti city users (studenti  fuori sede ed altri) costituiscono problemi la cui soluzione richiede investimenti ed equilibrio. Al Servizio Ferroviario Metropolitano vanno assegnate molte più risorse di quelle che ha avuto fino ad ora per portarlo ad un medio livello europeo, l’uso della città va controllato impedendo l’impossessamento di intere zone da parte di gruppi o individui. Vorrei veder tornare la nostra città fra gli esempi di lungimiranza amministrativa che ne fecero la gloria ormai troppi decenni fa.

Bologna e le sue acque.

Bologna giace fra il Savena e il Reno, due fiumi medio piccoli a carattere torrentizio. Malgrado ciò, già nel Medioevo la variabilità della disponibilità dell’acqua fu tanto brillantemente superata, grazie ad un raffinato quanto imponente sistema di chiuse e canali, da farla diventare una vera e propria città d’acque, da determinarne la ricchezza per almeno sette secoli. Oggi da ogni parte si invoca un nuovo rinascimento urbano. Io credo che dovrebbe basarsi sul recupero di questa storicità. Gli alvei del Reno e del Savena, vanno liberati da qualsiasi insediamento che ne impedisca la messa a parco, Questo comporta la soluzione di problemi annosi, come le presenze Sintexcal, Valli Zabban ed altre, che richiedono non solo volontà politica ma anche sforzi finanziari. Al Canale del Savena va assicurata una portata d’acqua costante per evitarne la secca estiva che annualmente ne stermina fauna e flora. Il Parco del Canale Navile andrebbe completato per assicurarne la totale agibilità ciclo-pedonale da Corticella al Cavaticcio (Mambo) e collegato alla zona dei Laghetti del Rosario da trasformare in Parco Acquatico secondo il progetto presentato da Uisp. La rete dei canali, Reno, Moline, Ghisiliera, ed i torrenti Ravone ed Aposa andrebbe detombata ovunque possibile, certamente in via Riva di Reno. Un piano generale per ricreare la Bologna delle acque è un tipico esempio di proposta bipartisan che, appoggiata da tutte le forze politiche e civiche, credo non avrebbe soverchie difficoltà ad ottenere consistenti fondi dall’Unione Europea.

 

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